I rapporti con la Regione
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L'accesso alla Direzione delle strutture del Servizio Sanitario
Il cambio di denominazione delle UO del Dipartimento di Salute Mentale
I ticket sulle attività psicologiche
Sopratutto a partire dal 2006, con l'applicazione del nuovo livello di confronto e coordinamento istituito dal CCNL 3.11.2005, i rapporti tra la Regione Emilia-Romagna e le Organizzazioni Sindacali investono molti campi e si svolgono secondo molteplici forme. In particolare, a differenza della maggior parte delle OO.SS., l'AUPI nasce come associazione di rappresentanza e promozione di una categoria professionale, e solo in conseguenza di ciò ha assunto le proprie funzioni sindacali; conseguentemente, l'AUPI, spesso in sinergia con l'Ordine degli Psicologi, svolge anche una funzione di promozione della professione presso questo Ente.
La forma più nota di tali rapporti sono le consultazioni e concertazioni che portano a varie forme di Accordi regionali, ma molti altri sono i motivi per rapportarsi con l'Ente regionale, che svolge una funzione di programmazione e coordinamento per il Servizio Sanitario Regionale.
Il primo motivo che ha spinto l'AUPI a rapportarsi con la Regione Emilia-Romagna, e certamente quello protrattosi più a lungo nel tempo, è il tentativo di opporsi alla DGR 759/98 "Modifiche ed integrazioni alla DGR 411/98: Istituzione dei Dipartimenti aziendali di Salute Mentale nelle Aziende Sanitarie della Regione Emilia-Romagna".
Tale scandalosa Delibera di Giunta Regionale, unica in Italia nel suo genere, del tutto illegittimamente alla pag. 12 (pag. 9 nel pdf qui disponibile) dà istruzioni alle ASL secondo le quali in esse i Dirigenti Psicologi non possono concorrere ai bandi per la direzione di Unità Operative Complesse (UOC) del Dipartimento di Salute Mentale, quindi neanche alla Direzione dello stesso DSMDP. La Legge italiana, al contrario, per la Direzione di struttura, prevede la totale equiparazione tra dirigenti sanitari per tutte le strutture e i dipartimenti che non siano intitolati ad una specifica disciplina.
L'AUPI espresse il suo parere contrario a tale norma fin da quando essa era ancora allo stato di bozza, e poi numerose volte nel corso dei 15 anni successivi, senza mai ricevere dalla Regione riscontro di alcun tipo, salvo, in due occasioni, la promessa informale, da parte di altrettanti Responsabili del Servizio regionale di Salute Mentale, di correzione di quello che ebbero a definire come un "refuso di stampa" (correzione poi, evidentemente, "dimenticata"). Finalmente, solo nel 2014 si è giunti ad un chiarimento, pur se ancora insoddisfacente, sulla materia.
Direttamente collegato alla questione precedente, è il repentino cambio di denominazione di alcune UO del DSMDP, subdolamente avvenuto pochi anni fa.
Come tutti sanno, fin dai primi anni '90 in Emilia-Romagna i Servizi per l'infanzia, nelle strutture ed in qualsiasi documento ufficiale, erano intitolati NPEE, cioè "Neuropsichiatria infantile e Psicologia dell'Età Evolutiva", con ciò non solo correttamente descrivendo l'attività in essi svolta, ma anche destinandone la direzione a tali figure professionali, entrambe operative in quei Servizi, come pure ricordato nella recente Circolare Regionale 14/13. Del tutto repentinamente, senza alcuna motivazione esplicita né alcuna mutazione nelle mansioni o nel personale affluente, a partire dalla DGR 911/07, e poi a cascata nelle Aziende, tali Servizi hanno mutato il loro nome in NPIA, cioè "NeuroPsichiatria dell'Infanzia e Adolescenza". È immediatamente evidente che in tal modo, senza alcuna consultazione preventiva, senza alcuna motivazione evidente, e senza neanche alcuna comunicazione successiva, è stato definitivamente impedito ai Dirigenti Psicologi (già esclusi dalla direzione di tali UOC anche in virtù della DGR 759/98) di poter dirigere tali Servizi, nei quali, peraltro, essi sono numericamente prevalenti.
Analogamente, nella DGR 2001/07, le UO universalmente denominate Centri di Salute Mentale (CSM), vengono, invece, chiamate UO di Psichiatria Adulti, così operando, oltre alla medesima discriminazione nei confronti dei Dirigenti Psicologi, anche un pericoloso salto culturale all'indietro di oltre 30 anni!
Anche contro questi proditori tentativi di esclusione degli Psicologi, l'AUPI ha cercato di opporsi, senza ottenere, finora, alcun riscontro dalla Regione Emilia-Romagna, evidentemente ossequiosa dello status quo medicocentrico vigente.
La Legge 104/1992 prescrive che "Gli accertamenti relativi alla minorazione, ... e alla capacità complessiva individuale... sono effettuati dalle UUSSLL mediante le commissioni mediche di cui all'art. 1 della L. 295/90, che sono integrate da un operatore sociale e da un esperto nei casi da esaminare, in servizio presso le unità sanitarie locali.". La successiva Legge 423/1993 dispone che all' "individuazione dell'alunno come persona handicappata ... provvedono, nel rispetto delle relative competenze, uno psicologo, ovvero un medico specialista nella patologia denunciata, in servizio presso l'USL di residenza dell'alunno". Non ostante ciò, e non ostante sentenze favorevoli e richieste di loro applicazione, in Emilia-Romagna gli psicologi sono esclusi dal ruolo di "esperto" in tali Commissioni aziendali.
Come si vede, per motivi non completamente ipotizzabili - sarà il materialismo storico? - la situazione della Psicologia nel SSR della nostra regione è particolarmente difficile: quello che altrove è normalmente acquisito, qui va lungamente richiesto, poi lungamente contrattato, infine difficilmente viene raggiunto. È esperienza comune che ben raramente i capiservizio di altre professioni riescono a comprendere il lavoro dello psicologo fino a riuscire a gestirlo in maniera efficace, al fine della miglior produzione di servizi per l'utenza. D'altra parte, è acquisizione normale che nel SSN le professioni, in Medicina addirittura le singole specializzazioni, si autogestiscano. In molte altre regioni, da molti anni è pacifico che esistano Servizi di Psicologia; in Toscana, essi esistono addirittura dagli anni '80.
Superate alcune difficoltà interne alla categoria, fin dal 2006 l'AUPI si è fatta promotrice delle U.O. di Psicologia, questione in parte collegata alle precedenti, essendo tali Servizi, oltre che la forma ottimale di organizzazione, anche un possibile sviluppo di carriera, dal momento che gli altri, come si è visto sopra, ci sono ingiustamente preclusi. È sicuramente anche a seguito delle nostre argomentate richieste, oltre che della necessità di maggior controllo ed efficienza, che si è aperto il processo, ormai in lenta progressione nelle Aziende Sanitarie della regione, che sta portando al generalizzarsi di una forma di organizzazione delle nostre attività interna al gruppo professionale.
Notoriamente, non tutte le professioni, e non tutte le OO.SS., hanno la medesima influenza agli occhi di manager e progettisti di architetture istituzionali. Alcune professioni sono importanti perché essenziali ai fini della gestione di Servizi ritenuti strategici, altre lo sono perché numericamente imponenti, altre, infine, perché muovono o producono ingenti risorse economiche o risparmi. È sotto gli occhi di tutti che gli psicologi, e l'AUPI, non rientrano in nessuna di queste categorie e, producendo beni immateriali con mezzi immateriali e procedure difficilmente verificabili, sono ritenuti, sia pur implicitamente, superflui o comunque un lusso, in tempi di vacche magre. Pur coscienti che si tratta di questione complessa, che riveste molti ambiti e richiede soluzioni complesse, per cercar di contribuire al miglioramento della considerazione degli psicologi agli occhi dei programmatori, dietro sollecitazione di colleghi, si è affrontata la questione dei ticket.
Si era notata una notevole disparità territoriale nell'applicazione dei ticket applicati alle prestazioni psicologiche: le medesime prestazioni tuttora possono essere sottoposte a ticket o meno, secondo logiche del tutto imperscrutabili; in linea di massima, sembrava che la Psicologia contribuisse alle finanze del sistema meno di quanto potesse, e meno di professioni parallele nei medesimi contesti. Si è effettuata una prima ricognizione nel 2009, ed un aggiornamento nel 2012; poi si è acquisito il parere positivo dei membri del Programma Regionale di Psicologia, oltre che del nostro CD Regionale. Infine si è richiesta alla Regione una più uniforme e più intensa applicazione dei ticket. Il 14.11.2012 la Regione ha preannunciato un provvedimento sulla materia; il capitolo 6.2 della Circolare Regionale 14/6.9.2013, infine, ha raccomandato una maggiore uniformità sulla materia.
Nel quadro dell'organizzazione regionale della Protezione Civile, nel dicembre 2009 sembrava si fosse vicini alla sottoscrizione di una Convenzione Quadro pilota regionale, promossa e discussa dall'AUPI, tra la Regione ed un'associazione di volontariato nel campo della Psicologia dell'Emergenza; questa avrebbe potuto poi fare da apripista per le altre onlus. Purtroppo, il nuovo Assessore alla Sicurezza Territoriale e Protezione Civile, subentrato con la nuova Consiliatura all'inizio del 2010, non ha ritenuto di sottoscrivere i protocolli che già erano stati approntati dal suo predecessore.
Né si è poi ricevuto alcun riscontro ai solleciti inoltrati.
In tempi ormai remoti, nella prima metà degli anni '90, la nostra O.S. si fece promotrice, e collaborò poi alla stesura, di indicazioni regionali per i tirocini di Psicologia, dopo che nella USL n° 22-S. Lazzaro di S. (BO) aveva chiesto, discusso ed ottenuto nel 1993 uno dei primi Regolamenti aziendali italiani su tale materia, nel quale essa era lasciata alla gestione completamente autonoma, interna della professione.
Nell'ambito delle consultazioni ordinarie, invece, si trattano gli argomenti più svariati: bozze di normative regionali in preparazione, modifiche organizzative, situazione economica, costi, risorse aggiuntive regionali, utilizzo dei fondi, carichi di lavoro, RIA (retribuzione individuale di anzianità), libera professione, responsabilità professionale, compensi ai tutor di specializzazione, situazioni specifiche legate a singoli territori o ambiti, ecc.